Avete mai avuto la sensazione di sentirvi a casa in una città che non fosse la vostra? A tutti è capitato di visitare più di una volta la stessa città e di aver imparato a conoscerne ogni volta una diversa sfacettatura.
Ma potreste dire altrettanto della vostra città? Quella in cui vivete tutti i giorni? Noi ci siamo fatti questa domanda e in un freddo pomeriggio di Dicembre, grazie alla Challenge che ci ha lanciato hotels.com, abbiamo deciso di dedicare le nostre energie e la nostra voglia di novità per scoprire un po’ di più la “nostra” Milano. A proposito, se dovete soggiornare a Milano, andate a spulciare tutte le offerte di Hotels di Milano!
Ci tengo a precisare che tutte le attività sono state offerte da hotels.com in un itinerario interamente scelto da noi.
In questo articolo vi raccontiamo come è andata, cosa abbiamo visto, cosa abbiamo mangiato, ma soprattutto cosa abbiamo bevuto 🙂
Tutto inizia nel tardo pomeriggio, io e Giacomo ci troviamo al parcheggio e partiamo senza neanche avere le idee troppo chiare. Dopo qualche minuto di consultazioni decidiamo di andare a visitare l’Hangar Bicocca, lo spazio espositivo più grande di Milano, rigorosamente gratuito e sempre ricco di installazioni di artisti provenienti da tutto il mondo.
L’Hangar Bicocca è aperto dal Giovedì alla Domenica, dalle 10.00 alle 22.00. L’ingresso è gratuito. Attualmente sono presenti all’Hangar 2 installazioni: Cerith Wyn Evans – “….the Illuminating Gas” e Daniel Steegmann Mangrané – A Leaf-Shaped Animal Draws The Hand. Per informazioni su come raggiungere l’Hangar con i mezzi pubblici, vi consiglio di consultare questa pagina del sito: pirellihangarbicocca.org
Le installazioni, una proveniente dal Galles e l’altra dalla Spagna sfruttano entrambe luci, suoni e natura per coinvolgere lo spettatore ed aiutarlo ad immergersi nel contesto della mostra stessa, grazie all’utilizzo di visori, proiettori e altoparlanti.
Per approfondimenti vi rimandiamo al sito dell’Hangar.
Dopo circa 1.30 di visita e dopo aver visitato anche la mostra permanente dei Palazzi Celesti, abbiamo deciso di concederci un piccolo svago prima di cena e ci siamo riavvicinati al centro di Milano, fermandoci per una birra sul naviglio della Martesana, al Pub Beer Room, La Buttiga.
Qui siamo stati accolti da un personale molto simpatico, da una fresca birra e da un tagliere di salumi e formaggi da fare invidia ai ben più noti taglieri dell’Emilia Romagna. Non a caso il Birrificio La Buttiga è di Piacenza. Il tempo di riordinare le idee, sentire un paio di amici, riscaldarci dal freddo naviglio della Martesana e il nostro tour riparte in direzione China Town.
Ah quasi dimenticavo! Il naviglio della Martesana è molto meno conosciuto e visitato rispetto ai suoi fratelli maggiori, il Naviglio Grande e il Naviglio Pavese, ma offre ugualmente dei bellissimi scorsi e una bellissima camminata tra acqua, antichi edifici e anche qualche locale da non perdere assolutamente. Due su tutti: il TramVai e la Cascina Martesana.
Una piccola sosta benzina ci permette di ammirare anche il Palazzo della Regione Lombardia con la sua architettura sinuosa e l’enorme piazza coperta, dove, in occasione delle feste natalizie è stato allestito un piccolo villaggio natalizio, con pista di pattinaggio e stand di dolciumi tipicamente invernali.
Chinatown dicevamo, una città nella città. Qui la comunità cinese risiede ormai dagli anni ’70 e soprattutto negli ultimi 10 anni è stata in grado di integrarsi così tanto nel tessuto sociale milanese da riuscire a ritagliarsi uno spazio privilegiato tra i luoghi da visitare a Milano.
Sarà per il fascino orientale, sarà per la bellezza tutta italiana di Via Paolo Sarpi, ma noi torniamo sempre volentieri in questo quartiere e ogni volta per noi è bello come fosse la prima.
Questa volta l’appuntamento è all’HotPot Mongolo, un ristorante affascinante, dove i fumi delle pentole bollenti illuminati dai grossi lampadari ci fanno sentire per un attimo dall’altra parte del mondo.
L’HotPot Mongolo è una sorta di fonduta realizzata con brodi bollenti, all’interno dei quali si cuociono personalmente i cibi ordinati. Il grande classico della casa è l’agnello. Non a caso il locale si chiama Little Lamb. Ma c’è spazio anche per le verdure, i funghi, le polpette e il manzo. Un’esperienza quantomeno singolare da provare almeno una volta a Milano.
Soddisfatti e con lo stomaco pieno, decidiamo di fare un salto anche da Otto, il locale italianissimo, nato nel cuore di China Town, diventato in breve tempo un riferimento nella Night Life milanese. Sosta brevissima per un caffè e due amari e siamo nuovamente pronti a ributtarci tra la nebbia di questa fredda Domenica invernale.
L’ultima tappa del nostro tour si trova vicinissima all’Arco della Pace, imponente porta di ingresso al Parco Sempione e punto di riferimento per chi attraversa gli Champs Elysees milenesi, meglio conosciuti come Corso Sempione.
Il locale per la bevuta della buonanotte si chiama Colorificio, si trova nella piazzetta di Via Cesare Cesariano. Piccolo, intimo, buono! Caratteristici i suoi quadri, i tavoli tutti diversi e soprattutto le tantissime lampadine soffuse che si calano dal soffitto in un intreccio di fili caotico ma allo stesso tempo molto gradevole.
Qui ci facciamo viziare con gin artigianali, mezcal al miele e per finire con uno shot di auguri per questo nuovo anno in arrivo.
Si conclude così la giornata alla scoperta della nostra città. In poche ore siamo passati attraverso mostre Spagnole, aperitivi Piacentini, cene Mongole, quartieri Cinesi e Cocktail alla “milanese”. In quella che ci piace definire la città Italiana dove più di tutte chiunque può sentirsi a casa, qualunque sia lo stato o il paese da cui proviene.
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